All’escursionista che s’avventurasse sul Monte Soratte e, incamminandosi lungo il Percorso degli eremi, avesse la disavventura di perdersi all’altezza delle Carbonare, potrebbe occorrergli la sorte di incontrare un eremita, dal volto incorniciato da lunghi e bianchi capelli e interamente coperto, fin quasi sotto i piccoli e ardenti occhi neri, da una barba arruffata e ispida e altrettanto candida. Ad eccezione dei baffi, fortemente ingialliti. Se, conquistandone la fiducia, il nostro escursionista, riuscisse a trascorrere con l’originale vegliardo una qualche ora del suo tempo, scoprirebbe che la causa di siffatto giallume è da imputarsi all’abitudine, contratta in giovane età e mai abbandonata, di concedersi robuste e voluttuose fumate di sigari. Ma sarebbe, questa scoperta, la cosa invero meno rilevante a petto della scoperta, nel corso della conversazione, della smisurata e poliedrica cultura che il vecchio barbone mostrerà di possedere con salda e inaspettata lucidità, accanto a idee altrettanto stupefacenti per la stravagante bizzarria.
M’è capitato di incontrarlo la notte tra il 21 e il 22 di giugno, la notte delle streghe, dopo che il mio pezzato, scartando a causa di un’istrice improvvisamente paratasi lungo il sentiero, mi aveva trascinato in una sconsiderata galoppata dentro un fitto bosco di elci. Quando finalmente, più per la stanchezza che per i miei richiami, il cavallo decise di fermarsi, mi ritrovai in una sorta di piccola radura, sul cui lato destro spiccava una grotta rischiarata dalle lingue guizzanti di un fuoco. Sceso da cavallo, mi avvicinai, facendo attenzione a far più rumore possibile per richiamare comunque l’attenzione di chi, con tutta evidenza, aveva acceso quel falò. Fu così che conobbi Sor Massimo Alcesti. In quella notte stellata, Sor Massimo mi tenne sveglio intorno alle braci di quercia, confidandomi la ragione del suo eremitaggio. Era un cacciatore di diavoli. O meglio passava il suo tempo a scoprire dove si annidavano i nemici dell’uomo che lasciavano l’inferno per creare sulla terra una infinità di malefatte.
M’è capitato di incontrarlo la notte tra il 21 e il 22 di giugno, la notte delle streghe, dopo che il mio pezzato, scartando a causa di un’istrice improvvisamente paratasi lungo il sentiero, mi aveva trascinato in una sconsiderata galoppata dentro un fitto bosco di elci. Quando finalmente, più per la stanchezza che per i miei richiami, il cavallo decise di fermarsi, mi ritrovai in una sorta di piccola radura, sul cui lato destro spiccava una grotta rischiarata dalle lingue guizzanti di un fuoco. Sceso da cavallo, mi avvicinai, facendo attenzione a far più rumore possibile per richiamare comunque l’attenzione di chi, con tutta evidenza, aveva acceso quel falò. Fu così che conobbi Sor Massimo Alcesti. In quella notte stellata, Sor Massimo mi tenne sveglio intorno alle braci di quercia, confidandomi la ragione del suo eremitaggio. Era un cacciatore di diavoli. O meglio passava il suo tempo a scoprire dove si annidavano i nemici dell’uomo che lasciavano l’inferno per creare sulla terra una infinità di malefatte.
Aveva studiato per anni la storia degli uomini e finalmente aveva capito come i sulfurei mascalzoni riuscivano a infiltrarsi, grazie ai loro infernali poteri, tra l’ignara umanità. Di fronte alla stupefacente sicurezza delle sue ispirate affermazioni, un moto di rammarico mi colse per via della mia ordinata e laica ragione. Di fronte a quella scombinata presentazione, immediatamente, conclusi che qualcosa si era purtroppo inceppato in quel cervello per molti versi lucido e proprietario di un grande bagaglio di conoscenza. Ma dovevo trascorrere la notte al riparo e il fascino di quell’incontro, così inaspettato, mi tenne sveglio ad ascoltare le sue teorie, tra una fumata e l’altra di sigari. Qui di seguito le riporto, anche perché, prima che albeggiasse, Sor Massimo Alcesti mi condusse fuori dal bosco assieme al cavallo e, facendomi giurare di non cercarlo più per nessuna ragione, mi disse: “ Divulghi la mie scoperte: più numerosi diventeranno gli uomini consapevoli e più facilmente esorcizzeremo i diavoli nascosti!”
La Teoria di Sor Massimo Alcesti
“Devi sapere, mio caro amico, che la congrega di diavoli e diavolesse - quelli di prima categoria, i cattivi cattivi - non raggiunge la ottantina e invia ogni tanto uno di loro a visitare la terra per infliggerci pene e dolori. Lo fa manipolando temporaneamente le nostre deboli menti ancora così poco conquistate e protette da una robusta sapienza scientifica. Questi puzzolenti nemici dell’uomo sono però costretti ad assumere nomi che abbiano le stesse iniziali del loro ed è così che grazie ai miei studi ora posso riconoscerli. Preferiscono ruoli di condottieri di eserciti, di capi partito, di sette religiose, di terroristi, ma non disdegnano le cortigiane, i poeti, gli sportivi e i conduttori televisivi.. Qualche volta, agli inizi di un millennio, ne vengono inviati più di uno contemporaneamente - ma sempre quelli con il nome con la stessa iniziale – e si alleano per avere un effetto più devastante o fanno a gara tra di loro per ingannare più gente possibile presentandosi apparentemente in conflitto.
La Teoria di Sor Massimo Alcesti
“Devi sapere, mio caro amico, che la congrega di diavoli e diavolesse - quelli di prima categoria, i cattivi cattivi - non raggiunge la ottantina e invia ogni tanto uno di loro a visitare la terra per infliggerci pene e dolori. Lo fa manipolando temporaneamente le nostre deboli menti ancora così poco conquistate e protette da una robusta sapienza scientifica. Questi puzzolenti nemici dell’uomo sono però costretti ad assumere nomi che abbiano le stesse iniziali del loro ed è così che grazie ai miei studi ora posso riconoscerli. Preferiscono ruoli di condottieri di eserciti, di capi partito, di sette religiose, di terroristi, ma non disdegnano le cortigiane, i poeti, gli sportivi e i conduttori televisivi.. Qualche volta, agli inizi di un millennio, ne vengono inviati più di uno contemporaneamente - ma sempre quelli con il nome con la stessa iniziale – e si alleano per avere un effetto più devastante o fanno a gara tra di loro per ingannare più gente possibile presentandosi apparentemente in conflitto.
Vedo nei tuoi occhi, mio caro giovanotto, un evidente scetticismo, ma quando ti avrò fatto i miei esempi anche la tua incredulità si scioglierà come neve al sole. A meno che… “ e cacciandomi addosso i suoi occhi neri, puntuti come spilli, mi chiese “Come ti chiami? E cosa fai nella vita?” Dopo aver sentito che ero un artigiano e che il mio nome era Giorgio Giordani, il suo volto si distese visibilmente e continuò come tranquillizzato “Artigiano… Giordani… Non c’è da temere, nessun diavolo potrebbe scegliere la tua persona. Non ce ne sono con la g. Se sei un delinquente lo sei di tuo. Ascoltami, quando avrò finito con la mia lista, ti ricrederai.”
La lista diabolica di Sor Massimo Alcesti
“Dopo i primi esperimenti fatti con i faraoni Antef della II Dinastia da Adramelech, il diavolo politicamente più esperto della cacarchia e da Astarotte, gran tesoriere dell’inferno, che con Artaserse III il sacrilego, distrusse città e rapinò ori e argenti, il tentativo più pericoloso per conquistare tutta l’umanità fu fatto da Abaddon, il più crudele dei cattivi cattivi, con l’impersonificazione di Alessandro Magno. L’assalto sarebbe certamente riuscito se a soccorrere l’umanità non fosse sopravvenuto un virus che stroncò il corpo del Macedone, costringendo Abaddon a tornarsene tra le fiamme. Dopo quella tremenda lezione, l’opera dei diavoli si fece più subdola e di lungo respiro. Già qualcuno intraprendente come Behemoth, la bestia, si era provato, prima di Abaddon, a mobilitare, sotto il nome di Brenno, i selvaggi celti, ma l’inesperienza del giovane demonio si risolse, come sappiamo, in una scorribanda di breve durata, domata dalle legioni di un popolo di giovani ma umani ladroni che si andava affermando sulle rive del fiume Tevere. Dopo la cocente sconfitta del tentativo di impero unico di Abaddon, fu inviato Androalfo, esperto di matematica e geometria che con il nome di Archimede insegnò le nuove tecnologie della guerra con le quali più sanguinosi divennero gli scontri tra gli uomini.
“Dopo i primi esperimenti fatti con i faraoni Antef della II Dinastia da Adramelech, il diavolo politicamente più esperto della cacarchia e da Astarotte, gran tesoriere dell’inferno, che con Artaserse III il sacrilego, distrusse città e rapinò ori e argenti, il tentativo più pericoloso per conquistare tutta l’umanità fu fatto da Abaddon, il più crudele dei cattivi cattivi, con l’impersonificazione di Alessandro Magno. L’assalto sarebbe certamente riuscito se a soccorrere l’umanità non fosse sopravvenuto un virus che stroncò il corpo del Macedone, costringendo Abaddon a tornarsene tra le fiamme. Dopo quella tremenda lezione, l’opera dei diavoli si fece più subdola e di lungo respiro. Già qualcuno intraprendente come Behemoth, la bestia, si era provato, prima di Abaddon, a mobilitare, sotto il nome di Brenno, i selvaggi celti, ma l’inesperienza del giovane demonio si risolse, come sappiamo, in una scorribanda di breve durata, domata dalle legioni di un popolo di giovani ma umani ladroni che si andava affermando sulle rive del fiume Tevere. Dopo la cocente sconfitta del tentativo di impero unico di Abaddon, fu inviato Androalfo, esperto di matematica e geometria che con il nome di Archimede insegnò le nuove tecnologie della guerra con le quali più sanguinosi divennero gli scontri tra gli uomini.
Con Asmodeo il devastatore, di nuovo, dopo alcuni secoli. il tentativo di assalto agli uomini fu sanguinoso e vicino alla vittoria definitiva con Attila il capo degli Unni .Questa volta fu il valore di una fanciulla di Aquileia, Odabella che, uccidendo il malvagio, riuscì a salvare gli uomini. Ancora tornò Adramalech a tentare di riaprire una nuova stagione di lutti e malvagità mettendo a frutto l’esperienza di Behemoth con i selvaggi e ignoranti longobardi. Si impossessò dell’identità di Astolfo, capo urlante e volgare di quella popolazione. E fu Pipino, il re dei Franchi a rispedire il Gran Cancelliere della congrega satanica nell’oscurità da dove era venuto e ad avviare la santa alleanza con la Chiesa romana che avrebbe egemonizzato l’Europa. La sconfitta per i Longobardi, famosi - da qui il loro nome longus bardus - per la lunghezza del loro attrezzo, fu ancora più cocente visto che a batterli era stato un re che traeva il suo nome, appunto, dalla nota miseria del suo pipino.
Si susseguirono, mio caro Giordani, secoli, nei quali diavoli scalpitanti come Belfagor, Baal e Belial si esercitarono con i Borgia, Cesare e Lucrezia, e con i Bonaparte, fino alle atrocità sconvolgenti di Hutgin con il caporale austriaco Hitler; Leviathan con Lenin, Mefistofele con il maestro di Predappio, Mussolini; Satana e il suo omologo musulmano Shaitan con Saladino, Stalin, Sukarno, Saddam, Kim il Sung, e infine Ucobac che si è divertito con Ulrico, il protestante svizzero, conosciuto anche come Zwingli e con Ulbricht,il diabolico despota della Germania dell’Est.”
Mi guardai intorno, come per sfuggire al senso di inquietudine che quell’elenco strampalato mi stava provocando ma la voce tonante dell’eremita e i suoi occhi fiammeggianti mi tenevano inchiodato accanto al fuoco. “ Ma credimi, le sofferenze che abbiamo passate nel Novecento sono ben poca cosa rispetto a quelle che ci sta preparando l’arrivo in massa, in questo inizio del millennio, di Baal, Behemot, Belial, Buer, Belfagor, Belzebù. Ti posso assicurare, testi di storia alla mano, che non c’è mai stato un periodo, nella vicenda del pianeta, con una concentrazione analoga di demoni nello stesso momento e in posti di grande potere.
Mi guardai intorno, come per sfuggire al senso di inquietudine che quell’elenco strampalato mi stava provocando ma la voce tonante dell’eremita e i suoi occhi fiammeggianti mi tenevano inchiodato accanto al fuoco. “ Ma credimi, le sofferenze che abbiamo passate nel Novecento sono ben poca cosa rispetto a quelle che ci sta preparando l’arrivo in massa, in questo inizio del millennio, di Baal, Behemot, Belial, Buer, Belfagor, Belzebù. Ti posso assicurare, testi di storia alla mano, che non c’è mai stato un periodo, nella vicenda del pianeta, con una concentrazione analoga di demoni nello stesso momento e in posti di grande potere.
”Sor Massimo…lei sta insinuando che…” Ma il vegliardo agitando il suo pugno rattrappito dall’artrite non mi lasciò continuare. “Si, hai capito bene. Il più pericoloso é Baal che oggi sta in Bush jr ma si era già fatto le ossa con Bush padre; poi c’è Behemot che si è impossessato di Blair; Buer che si nasconde dietro la barba di Bin Laden, Belzebù che, prima di prendersi il massone della P2, Berlusconi, ci ha fatto soffrire, noi italiani, tirando i rigori al posto di Baggio, contro il Brasile! Lo capisci quanto sono subdoli e cinici?! Infine Belial che, in Padania, ha le fattezze di Bossi!” Non sapendo che fare gli dissi sorridendo: Ma ne ha dimenticato uno, Belfagor!
Lo feci, lo confesso, con l’intenzione di prenderlo in castagna e farne crollare la inquietante sicumera. ”Non l’ho dimenticato.” La sua voce si era fatta di colpo più bassa; le parole sembravano uscirgli a fatica dalla gola. “Il fatto è che ho persino paura di pronunciarne il nome, qui, all’aperto. Avvicinati che te lo sussurro in un orecchio.” Così dicendo si accostò con le labbra alla mia testa e sfiorandomi il padiglione infreddolito mi bisbigliò un nome.
“No, nooo…non può essere!” Gridai facendo un balzo all’indietro. “Addirittura nel campo dei Cristiani! Non ha nessun senso! Il Soratte le ha fatto perdere ogni obiettività! “
“Si, invece - ridacchiò sardonico Sor Massimo Al cesti - Si tratta ormai di attizzare l’incendio finale tra Occidente e Islam e a comandare i due schieramenti ci sono due satanassi!
“No, nooo…non può essere!” Gridai facendo un balzo all’indietro. “Addirittura nel campo dei Cristiani! Non ha nessun senso! Il Soratte le ha fatto perdere ogni obiettività! “
“Si, invece - ridacchiò sardonico Sor Massimo Al cesti - Si tratta ormai di attizzare l’incendio finale tra Occidente e Islam e a comandare i due schieramenti ci sono due satanassi!
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