Il cavaliere Silvio Berlusconi è
stato condannato a sette anni e all’interdizione perpetua dei pubblici uffici
dal Tribunale di Milano. A Roma si balla sulle terrazze e si fanno trenini che
non portano in nessun luogo, a Milano per ben due volte, nella sofferta storia
d’Italia, i cavalieri della destra subiscono
condanne definitive. Nel 1945 c’era stata una guerra mondiale sanguinosa voluta da una dittatura. Nel 2013 la guerra è
economico finanziaria, Arricchisce chi ha di più impoverisce i già poveri e l’intero
ceto medio. Chi ci ha governato ha responsabilità inappellabili. Hanno
esagerato i giudici di Mulano?. È probabile che lo abbiano fatto. Ma Silvio
Berlusconi è unfeat to lead per mille e uno motivi, non ultimo la natura
partitica e non trasparente del suo enorme potere imprenditoriale, economico,
finanziario, mediatico. La sentenza non travolge solo lui. Travolge tutte le
vecchie oligarchie, tutte le caste, comprese quelle di opposizione. Lui è l’ultimo
fantino rimasto a cavallo. Ha tenuto l’incollatura per l’inettitudine dell’avversario,
ma ha sfiancato il proprio cavallo - sei milioni e oltre di voti persi - drogandolo
con promesse demagogiche irrealizzabili. La caparbietà dell’inetto oppositore durante
le quirinalizie ha concesso al morto
politico Berlusconi una veglia funebre prolungata il cui seppellimento non può essere
esorcizzato da nessun miracolo, che pure in queste ore viene evocato dai
critici sofisti della cosiddetta magistratura combattente. Il Paese lo aveva
già seppellito. Pierluigi Bersani e molti degli eredi del PCI che hanno condotto
il PD nella più insensata e presuntuosa
campagna elettorale lo hanno ricollocato sul catafalco delle larghe intese.
Ora siamo di nuovo lì. Il governo
Letta sarà ancora più paralizzato dall’ira dello zombie politico. Il rinvio è
la parola d’ordine mentre la sponsorizzazione del cavaliere è una bomba
innescata per far deflagrare il conflitto istituzionale. Chi sta tra la gente
vede come i cittadini faticosamente stiano tentando, nonostante questi partiti,
di riprendere il filo per nuove imprese,
nuovo lavoro, nuove prospettive guardando ai fuochi di artificio che vengono
dai palazzi, come ai sussulti mortali dell’occhio di Gondor. Lasciate che i
morti seppelliscano i loro morti, diventa imperativo per tutti quelli che
dipendono dal proprio lavoro quotidiano, dalla propria intelligenza creativa.
Non c’è un attimo da perdere. Il
Sindaco di Firenze, Matteo Renzi è veramente una risorsa, l’ultima per la
democrazia costituzionale, così come l’abbiamo immaginata. Anche per le sue decisioni non c’è più il
tempo dei rinvii. Si deve andare al voto. Il Paese ha bisogno di un leader a
cui dare la forza e il tempo materiale necessario per ricostruire un ciclo
virtuoso di profili culturali, formativi, economici, finanziari per riportare l’Italia
all’altezza delle sfide future e fuori dal pantano fangoso a cui lo sta
condannando l’incapacità di decisione di una burocrazia tanto inetta quanto
rapace. Sfidi, Matteo Renzi, pubblicamente
il M5S a presentare congiuntamente una riforma della legge elettorale. Beppe Grillo continuerà a scommettere sul
collasso italiano e dirà di no? Sarà
processato anche lui, politicamente in questo caso, come già sta avvenendo. Il
PD faccia un congresso aperto e inclusivo e ci porti al voto, con qualunque
legge, anche con questa porcata, ma lo faccia con la guida a vocazione
maggioritaria dello spirito fondativo.