Visualizzazioni totali

domenica 6 luglio 2008

Racconti - Polvere di stelle - Seconda parte




Quando, il lunedì mattina, Samuel Lewis entrò nel suo ufficio, non era esattamente di buon umore e sicuramente non poteva affermare di aver passato un week-end tranquillo. A parte gli sguardi ironici di tutti i suoi amici, quando lo avevano salutato il sabato, lasciando il ranch : nessuno, soprattutto tra gli uomini, sembrava aver preso per buona la singolare precisazione di Elisabeth e questo lo faceva sentire, lui, il capo, come un bambino preso con le dita nella marmellata. Odiava che i suoi collaboratori avessero argomenti per spettegolare su di lui e incrinarne l’immagine pubblica. Tuttavia era l’atteggiamento di Sara che lo teneva sui carboni ardenti. Apparentemente sembrava aver accettata la spiegazione della Ryan, ma aveva percepito nell’aria come un sentimento di gelida sospensione. Poi, per la prima volta, in un fine settimana, aveva avuto una tale emicrania da rinunciare a fare sesso con il marito. Samuel, quella notte, rimase sveglio e avrebbe voluto rigirarsi mille volte nel letto. Scelse di controllarsi in ogni gesto. Non doveva tradire, agli occhi della moglie, che sentiva vigile e attenta, nessuno stato di nervosismo e agitazione. Doveva apparirle candido come un agnello e con il sonno tranquillo di un bambino. Rimuginando ogni attimo di quegli interminabili secondi, pensò che tutto quello che era accaduto era oggettivamente così irragionevole che una mente lucida e razionale come quella della moglie poteva anche accettarne la giustificazione più strampalata. Senza contare che Sara aveva piena fiducia di lui. Questo in qualche modo lo tranquillizzò ma al tempo stesso lo fece sentire, da quando frequentava la rossa assistente di Isaiah, come l’ultimo dei vermi.

La stupefacente dichiarazione della Ryan, al barbecue dei Lewis, tenne banco al Centro, nei pettegolezzi, fino al mercoledì successivo, quando la CNN interruppe le trasmissioni per dare conto di un singolare episodio che aveva coinvolto il Presidente degli USA durante la conferenza stampa settimanale, alla Casa Bianca. A una domanda sullo stato dei rapporti con l’Unione Europea il Presidente aveva risposto testualmente: “ Mi fido solo di Blair, perché è un brother mason e di Berlusconi che è un mafioso di parola. Tutti gli altri sono egemonizzati da finocchi liberal, a cominciare dai francesi, che con le loro pratiche sessuali sono i maggiori responsabili della diffusione dell’AIDS nel mondo.” Dalle immagini registrate della conferenza, che il network mise in onda, milioni di americani, ma anche di telespettatori di tutto il mondo, poterono rendersi conto del parapiglia che era scoppiato nella sala stampa della Casa Bianca., dopo quelle incredibili affermazioni. I giornalisti in piedi, vocianti, dopo un attimo di sconcertato silenzio; Condoleezza Rice che trascinava via dal microfono un inebetito George W.Bush; l’assistente del Presidente che prendeva il suo posto e dichiarava urlando che la conferenza stampa era conclusa per ragioni tecniche. A conclusione del breaking news la CNN dava conto di due comunicati ufficiali della Casa Bianca: uno, dei servizi di sicurezza, che imputava a non ancora identificati pirati informatici che si erano inseriti nei circuiti microfonici sostituendosi con una perfetta imitazione al Presidente; l’altro, del Vice Presidente Cheeney, che ribadiva la stima del governo degli USA verso i governanti europei e in particolare verso Blair, Chirac, e Berlusconi. Il fatto che la dichiarazione politica riparatrice fosse stata fatta dal Vice Presidente e non dallo stesso Bush, spinse molti commentatori a interrogarsi sul suo stato di salute mentale e a non dare molto credito alle dichiarazione dei servizi di sicurezza.
L’incidente, come era prevedibile, tenne occupate le prime pagine dei giornali di tutto il mondo. Era la notizia di apertura di ogni network da occidente a oriente, da nord a sud e sottopose a un duro lavoro diplomatico le cancellerie della vecchia Europa.

Samuel Lewis fu in cuor suo molto grato a quello scoop che aveva distratto l’attenzione di tutti, nel suo Istituto, dalla vicenda della Ryan. Tuttavia anche notizie ben più importanti per il prestigio del suo istituto e del Paese, come la consegna dei campioni di polvere ai capi di stato europei, russi e asiatici, rischiavano di essere emarginate dalle famose dichiarazioni delle quali si rifiutava ufficialmente l’autenticità.
Chiamò al telefono il suo amico Leo Goldblum, consulente scientifico del Presidente e, senza troppi giri di parole, gli suggerì di mettere al lavoro l’ufficio stampa della Casa Bianca, per valorizzare, il significato politico della decisione di Bush di far partecipare gli scienziati di tutto il mondo alla loro ricerca sulla polvere della cometa, prelevata dalla sonda americana.
“ Non ti pare che proprio in questo momento, con il vespaio suscitato dall’incidente, sia opportuno enfatizzare il gesto di Bush?” Le parole di Samuel entrarono, come un coltello nel burro, nello staff presidenziale. Qualche giorno dopo, giornali e network ripresero le vecchie immagine della visita di Bush all’USRI per commentare la consegna ufficiale dei campioni di polvere stellare che i vari ambasciatori americani, in tutto il mondo, fecero ai capi di Stato. Nel giro di un paio di settimane, nessuno dei numero uno dei paesi destinatari del dono americano si tirò in dietro dall’ esaltarne, con pubbliche dichiarazioni, il significato politico e scientifico. Le immagini dei vari presidenti in visita ai centri di ricerca nazionali, che avevano avuto in consegna i campioni di polvere, rimbalzarono attraverso l’etere e i grandi organi di informazioni.
Come aveva intelligentemente previsto il direttore dell’USRI, l’attenzione dalla disgraziata conferenza stampa andò rapidamente scemando.


Atterrando all’aereoporto Charles De Gaulle, con il nuovo Concorde, Samuel Lewis non aveva assolutamente idea di dover vivere, dopo l’outing di Elisabeth Ryan al barbecue del suo ranch, una delle serate più imbarazzanti della sua vita. Il Dipartimento di Stato lo aveva pregato di presenziare
ad alcune delle più importanti manifestazioni organizzate, in Europa e in Asia da parte dei leader dei paesi che avevano ricevuti i campioni della polvere stellare, per ringraziare pubblicamente il Presidente degli Stati Uniti. Lo aspettavano, dopo Parigi, Pechino e Tokio, e, per via della ristrettezza dei tempi, sarebbe stata una corsa aerea infernale. Ma era soddisfatto. L’idea suggerita a Leo Goldblum aveva funzionato e l’Amministrazione aveva ora con lui un grande debito di riconoscenza. Un bel risultato per il suo prestigio personale e per i fondi del suo Istituto.

Quando Chirac, elegante e imponente nella la sua alta statura, si alzò per andare al microfono e iniziare il discorso di ringraziamento, lo stato d’animo di Samuel era dunque di raggiante soddisfazione, anche se il caldo del suggestivo Salone dell’Orologio del Quay d’Orsay e la stanchezza del viaggio gli intorpidivano leggermente i riflessi. Gli parve, a un certo punto, di aver persino sonnecchiato durante la fervente esposizione del Presidente francese e l’idea lo mise alquanto a disagio. Si spostò con il busto in avanti dal suo posto al tavolo della presidenza e fece mostra della sua più vivo interesse per le domande che i giornalisti accreditati stavano rivolgendo a Chirac. Quando l’inviato del Washington Post chiese al leader francese se i rapporti con Bush erano tornati cordiali dopo la famigerata conferenza stampa, Samuel Lewis sentì che quello era il momento nel, con le parole sicuramente elogiative di Chirac, avrebbe raccolto il primo trionfo.
“ Assolutamente no. George W. Bush è un vaccaro, ubriacone e rozzo che ha offeso la Francia e con la Francia l’intera storia dell’umanità. Se crede che la sua polvere stellare possa risarcirci dell’offesa conferma di essere il povero mentecatto che é. Per quanto mi riguarda può ficcarsela nel …” Prima che Chirac potesse finire la frase, che mostrava, pur nella inopinata caduta di stile, il suo genuino pensiero sul collega americano, i microfoni furono spenti e uno scompiglio generale si impossessò del sontuoso salone.

Nessun commento: