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sabato 29 gennaio 2011

Pasolini


In questa lunga notte buia
di servi sicari in agguato.
calata come nero sudario
sul Paese diventato più sporco,
il sangue rappreso dell’Idroscalo
s’è sciolto a rosseggiare
come gocce di memoria
che non s’arrende.

Risuona,
dai quartieri del Tiburtino
al Pincio e al Velabro
fino all’osteria sull’ansa del Tevere,
 la voce dolce e mite
del Poeta nostro e diverso
che solitario accusava
gli assassini dell’innocenza.

Assopita ma intatta
riconsegna al suo popolo
le parole da dire
e le mani da stringere
per riportare l’alba. 

venerdì 28 gennaio 2011

Con tutto il rispetto per i partiti...


Siamo al redde rationem. L’iniziativa sacrosanta della magistratura che deve obbligatoriamente perseguire i reati e farlo con il dispiego di tutte le risorse necessarie, soprattutto quando si tratta di reati particolarmente abietti o particolarmente insidiosi - corruzione di minorenne e concussione - ha inevitabilmente ancora una volta incrociato, e lo ha fatto non a caso a Milano, territorio dove si è incubata la sua ascesa imprenditoriale e politica, il cavalier Silvio Berlusconi.

Anni di ripetute menzogne, avallata dagli interessi dei poteri che hanno favorito il berlusconismo, e da un giornalismo televisivo e non, corrivo e servile,  ci hanno consegnato la leggenda , di un uomo fattosi da sé, perseguitato dalla magistratura, politicamente schierata a sinistra. E’ invece abbastanza evidente, dallo studio obiettivo di tutti i passaggi cruciali della vita del patron di Mediaset, che siamo di fronte a una figura assolutamente priva di scrupoli morali, che ha fatto la sua fortuna nell’illegalismo e per la compiacenza di padrini politici, che gli hanno assicurato, in cambio di denaro, benefici oligopolistici e protezioni. Così come evidenti sono le contiguità con la mafia a partire dalla banca paterna, dall’accumulazione immobiliaristica, dalle garanzie di Mangano, dal padronato di Dell’Utri.

L’aver creduto che con un uomo siffatto, noto già negli anni ottanta alle segreterie dei partiti, per la spregiudicatezza e la molteplicità degli interessi economici, potesse concorrere a riformare l’Italia e a portarci in una II repubblica rinnovata e rispettosa della legge, è la colpa principale degli eredi del PCI, guidati da un misto di arroganza intellettuale  e d’insipienza istituzionale. Questa colpa, assieme a non secondarie cadute di rigore morale, è la principale ragione del grave deficit di credibilità degli attuali dirigenti del PD, nonostante qualcuno di essi, si danni l’anima, con indiscussa generosità, a salvare i cocci.  Colpa condivisa - ed è più grave vista la sfera di competenza – abbondantemente dalla Chiesa di Roma, di cui ora ascoltiamo il grido straziato sulla catastrofe antropologica.

Altro che accanimento giudiziario? Altro che paragoni con Mussolini? Sono ben altre le figure  da prendere in similitudine. Quanto ci hanno messo gli americani a liberarsi di Al Capone? Forse che sono riusciti a metterlo in galera per le stragi di concorrenti e poliziotti? Sono stati i libri  contabili di un ragioniere – pensate a Spinelli ?– ad assicurarlo a Sing Sing. E’ incredibile il tono stupidamente compiaciuto e rassegnato con il quale alcuni paludati commentatori osservano la capacità di reazione dell’uomo di Arcore, soprattutto quando ha a che fare con le questioni di giustizia. “Dà il meglio di sé…”  Giusto, proprio come tutti i grandi criminali la cui coscienza non ha remore di nessun tipo e ricorrono ad ogni tipo di menzogna, ad ogni mezzo, per la propria individuale sopravvivenza e la solidarietà che li attornia è al tempo stesso correità, violenza, ricatto, opportunismo servile.  

Un uomo siffatto guida il governo del paese e raduna il peggio del popolo italiano. Abbiamo bisogno di altre prove? Tuttavia la maggioranza degli italiani non lo segue, questo è il dato vero dei sondaggi, solo che il 40% degli italiani è stanca anche delle figure tradizionali dell’opposizione. Ed è questo il popolo a cui dare voce per vincere e andare oltre ripristinando la legalità. Il Grande Bugiardo conta proprio su questo e sul fatto che gli si opponga un rappresentante della vecchia politica, che muove sì vecchie appartenenze , ma non rappresenta quelli che da tempo, delusi e critici, si astengono.

Un potere populistico che organizza gli sregolati e li conforta e irreggimenta con l’apparato potente dei suoi strumenti mediatici, non teme concorrenti che si muovono con la logica dei vecchi stati maggiori e le vecchie ideologie. Teme solo, per dirla con Saviano, chi è in grado di usare parole che raccontano i fatti, a patto che i narratori non stiano sullo stesso palcoscenico.

Cari, Bersani, Casini, Fini, Vendola, Di Pietro, siate generosi, incontratevi per stabilire cinque punti programmatici condivisi e poi cercate un Cincinnato, senza censo e incensurato  e andateci in delegazione a chiedere di dare una mano all’Italia, prima che sia troppo tardi e ognuno si organizzi da sé.   

lunedì 24 gennaio 2011

Berlusconi: mandarlo via tutti insieme e tutti insieme cominciare a ricostruire

I danni inferti dal cavalier Berlusconi e dal berlusconismo al Paese sono enormi e hanno aggravato tutti quelli ereditati dalla I Repubblica: é necessario mandarlo via prima che si superi la linea oltre la quale c'è la dissoluzione di ogni coesione nazionale e di ogni equilibrato futuro. Bisogna mandarlo via tutti insieme ma non per separarsi il giorno dopo, ma per cominciare tutti insieme  una profonda rifondazione, una lunga e faticosa ricostruzione, una salda formazione di una nuova e diffusa classe dirigente e amministrativa, fondata sull'onestà e la competenza. Occorre che entrino in scena interpreti più sobri, più pensosi, più preoccupati del bene comune. Occorre  un un governo per la III Repubblica  che ristabilisca regole e legalità, costituisca una nuova e più giusta fiscalità, fondi un federalismo sostenibile, restituisca ai giovani le pari opportunità di lavoro, acceleri il processo di edificazione politica dell'Europa, accompagni il paese nell'oceano grande e rischioso delle nuove sfide globali.. Credo che ciascuno di noi dovrebbe in qualche modo calarsi nei panni di un Costituente e rinunciare generosamente ai propri parziali punti di vista a favore dell'interesse generale. Chi crea disordine in casa propria eredita il vento e sostituisce il saggio con lo schiavo....così recita la Bibbia e credo non si possa non condividere questa proverbiale e umana sapienza.

mercoledì 19 gennaio 2011

Vizi privati e pubbliche virtù

I commentatori internazionali sottolineano ancora una volta l'ennesimo scandalo che riguarda la vita privata del nostro Premier. Tuttavia l'esecrazione per il quadro desolante e squallido, che emerge dalle carte inviate in parlamento dalla Procura milanese, non può che riguardarci tutti  come popolo: siamo incapaci, cristallizzati in fazioni, di liberare la scena da tale invereconda e universale rappresentazione dei nostri italici difetti. 

mercoledì 5 gennaio 2011

...a modo mio...


E ora la fine è vicina 
E quindi affronto l'ultimo sipario 
Amico mio, lo dirò chiaramente 
Ti dico qual è la mia conclusione, della quale sono certo 
Ho vissuto una vita piena 
Ho viaggiato su tutte le strade 
Ma più. Molto più di questo 
L'ho fatto alla mia maniera 
Rimpianti, ne ho avuto qualcuno 
Ma ancora, troppo pochi per citarli 
Ho fatto quello che dovevo fare 
Ho visto tutto senza risparmiarmi nulla 
Ho stabilito ogni percorso 
Ogni passo attento lungo la strada 
Ma più, molto più di questo 
L'ho fatto alla mia maniera 
Sì, ci sono state volte, sono sicuro lo hai saputo 
Ho ingoiato più di quello che potessi masticare
Ma attraverso tutto questo, quando c'era un dubbio 
Ho mangiato e poi sputato 
Ho affrontato tutto e sono rimasto in piedi 
L'ho fatto alla mia maniera 
Ho amato, ho riso e pianto 
Ho avuto le mie soddisfazioni, la mia dose di sconfitte 
E allora, mentre le lacrime si fermano, 
Trovo tutto molto divertente 
A pensare che ho fatto tutto questo; 
E se posso dirlo - senza timore  
"No, oh non io. 
L'ho fatto alla mia maniera" 
Cos'è un uomo, che cos'ha? 
Se non ha se stesso , allora non ha niente 
Per dire le cose che davvero sente 
E non le parole di uno che si inginocchia 
La storia mostra che le ho prese 
E l'ho fatto alla mia maniera 

domenica 2 gennaio 2011

2011

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel suo discorso di capodanno agli Italiani, é stato inusualmente duro: ha chiesto uno scatto di reni e un atteggiamento unitario a tutti coloro che hanno a cuore il bene collettivo e la democrazia. Mi auguro che vi sia qualcuno autorevole, competente e incensurato capace di compiere questa adunata fuori dalle logiche di parte e di fazione. La strada é sicuramente quella suggerita dal nostro lucido e combattivo Presidente ma resto pessimista sull'esito.