martedì 28 dicembre 2010
Insonnia
lunedì 27 dicembre 2010
L'inizio
giovedì 23 dicembre 2010
Cosa mi aspetto dalla Direzione del PD
Il PD è un grande progetto, una idea innovativa e superatrice delle contraddizioni accumulatesi tra le forze autenticamente popolari nel novecento italiano. Gli elettori lo compresero e a quella creatura, ancora fragile e appesantita dalle colpe di un padre - Prodi, il cui governo con dentro fino all’ultimo trozkista, era diventato il simbolo dell’ingovernabilità e degli inutili sofismi della sinistra.- tributarono un grande consenso. Lo so, i retori delle vittorie inutili quando costruite sulle ammucchiate indistinte, faranno un balzo sulla sedia. Come, Prodi è l’unico che ha vinto contro Berlusconi? Vinto cosa? Vinto per cosa? Quale visione comune si è cristallizzata nelle pieghe della società? Quale progetto di cambiamento é rimasto nella formazione di un cittadino che l’ha votato per ben due volte? Se la partita tra destra e sinistra è ancora drammaticamente aperta - drammaticamente per la nostra democrazia politica - questo lo si deve al fatto che il leader dell’alleanza di destra è quanto di più lontano si possa pensare dalla cultura liberale e moderata, quanto di più lontano dai suoi omologhi nelle democrazie occidentali. La destra era ( e ancora lo è) maggioritaria in questo paese, unico al mondo per la presenza del Vaticano e delle tentazioni ricorrenti che da oltretevere vengono alle ingerenze politiche. Se non ci fosse stata l’alleanza tra Cavour, Garibaldi, Inghilterra e, in seguito, l’azione intelligente dei grandi leader popolari postfascisti, non saremmo oggi molto distanti dall’Iran. Riformare e rendere normale questa Italia, con una destra economica gretta, sempre pronta ad affidarsi al pifferaio populista, quando si tratta di difendere i propri privilegi, è il progetto più rivoluzionario che ci sia, il più arduo, il più faticoso. Bankitalia ci consegna la fotografia di un paese nel quale il 45% della ricchezza è controllata dal 10% delle famiglie. Non è un livello accettabile in una democrazia occidentale, E’ un livello di tipo sudamericano, Destinato a squilibrarsi ancora di più dal momento che il duo Berlusconi-Bossi cura la crisi con il peggior metodo, questo sì ferocemente classista, dei tagli lineari e senza neanche uno straccio di lotta all’evasione fiscale.
Ma torniamo a quanto sia difficile riformare l’Italia e a come coloro che lo hanno tentato da sinistra siano stati sempre considerati traditori, moderati, inclini per vocazione al compromesso.
Cominciarono con Togliatti, alimentando la letteratura della “rivoluzione tradita” alla quale si abbeverarono gli sciocchi ma omicidi maestri degli anni di piombo, quando indirizzarono le loro critiche contro “il venduto” Berlinguer e definirono il dialogo politico con Moro, il “cuore dello stato” che andava colpito. E lo fecero, protetti da quella “entità” che è sempre intervenuta per condizionare la via democratica italiana, e che ancora oggi cerchiamo inutilmente di svelare.
Con D’alema non è andata diversamente. Si, si può dire che la sua arroganza intellettuale ha concesso molti argomenti alla letteratura inciucista delle anime belle, ma sicuramente quel governo nato male è stato l’ultimo governo di questa seconda repubblica per il quale si possa parlare di cura dell’interesse e dell’immagine nazionale. Non so se Assange possiede anche i file dell’ambasciata americana di quel periodo, ma sono certo che il tono e i contenuti sarebbero completamente diverso dagli sprezzanti giudizi letti a proposito di Berlusconi.
D'Alema e Veltroni: due punti di vista differenti, originati da una identica cultura politica, Il secondo sembrava, con il Lingotto, aver tratto la lezione necessaria ed era stato anche incredibilmente premiato, alla prima uscita, dagli italiani. Non ha mostrato di saper governare contraccolpi, gelosie, lavorii oscuri all’interno e lo spirito di vendetta che una sinistra parolaia, finalmente azzittita, andava covando. Sappiamo come è andata: dimissioni da segretario, dispora rutelliana, tensioni tra le varie anime. Fino all'esplodere sempre più virulento delle contraddizioni dentro il centro destra e al manifestarsi di una assoluta impossibilità, per il modello economico sregolato e individualista proposto da Berlusconi, di governare la crisi.
E ci risiamo. La proposta di Bersani, l’onesto e pragmatico leader del PD, ha suscitato lo stesso, vecchio, stantio coro di anime belle che non hanno ancora usato la parola tradimento, ma state sicuri che è lì pronta. con la stessa violenza di quella di Berlusconi verso Fini.
Dico subito che condivido di Bersani l’analisi preoccupata della situazione, anzi direi che è fin troppo sobria sul versante dei rischi che corre la nostra democrazia e sul carattere eversivo che vanno assumendo la direzione del PdL e l’alleanza con Bossi. Condivido assolutamente lo sbocco politico, ma ritengo manchevole la sua iniziativa della definizione dei luoghi e dei tempi dove la possibile alleanza nazionale sperimenti la propria coesione- Manca altresì del chiaro richiamo alla necessità di intrecciare l’iniziativa istituzionale con i movimenti di protesta sociale e soprattutto l’elencazione dei punti programmatici, pochi ma irrinunciabili, sui quali fondare il blocco politico che porti al superamento del berlusconismo. E, naturalmente, non condivido la paura ossessiva delle primarie, incautamente consigliatagli e che diventa, visto il nervo scoperto dei cittadini, l’unico argomento di facile presa dell’ineffabile governatore pugliese e un elemento di delusione in più per i cittadini incerti e delusi, che sfiorano ormai il 40%.
La giornata di ieri è stata una bella giornata per la democrazia con le manifestazioni pacifiche e ironiche degli studenti, la battaglia soda delle opposizioni in Parlamento contro il decreto Gelmini, ’incontro del nostro Presidente della Repubblica con i rappresentanti del Movimento.
Tragga lezione da questo 22 dicembre il PD, corregga , con il dibattito in Direzione, l’impostazione di Bersani, ritiri fuori l’orgoglio e l’ispirazione del Lingotto; dimostri nei fatti, con una iniziativa costante nelle istituzioni e uno stretto collegamento con la protesta sociale e su pochi e chiari punti programmatici, , che l’alleanza nazionale per la salvezza dell’Italia è visibilmente possibile sui contenuti e soprattutto si proponga una squadra, per la ricostruzione, di servitori del bene della cosa pubblica, competenti e incensurati, avendo il coraggio di far fare ai partiti, un passo indietro,martedì 21 dicembre 2010
Ti offro un caffé...
sabato 18 dicembre 2010
mercoledì 15 dicembre 2010
MCB
Bella mi sei apparsa
e intrepida.
Negli occhi profondi
il mistero
sotto la leggerezza della fronte
limpida.
Sul volto nobile e severo
la luce
di un sorriso che rimanda
a una sfida:
l’ennesima di un torneo
di dame e cavalieri.
o di un passo di tango
e di un passaggio
su arenili accecanti
a piedi finalmente
nudi.
Ai lati delle labbra
i segni delle briglie
che i tuoi polsi sapienti
regolano
tra doveri e sogni.
domenica 12 dicembre 2010
Occorre sbarazzarsi del Cavaliere per far nascere finalmente una destra moderata ed europea.
La crisi politica del berlusconismo sta mettendo a dura prova la stabilità del paese e delle sue istituzioni democratiche. Ieri sono andato a Piazza San Giovanni a Roma a testimoniare la mia presenza: non solo perché iscritto, non solo perché elettore di quel partito,il PD, che ha convocato l'adunata, ma perché cittadino, ben sapendo che l'impegno non si esaurirà con la manifestazione ma che è necessario si dimostri continuativo e vigile. Un impegno schierato a difesa della Costituzione e mi auguro che riguardi tutti coloro che non sono accecati o faziosi.
Lo svolgimento delle crisi, con i ripetuti e arroganti rifiuti ad ogni mediazione e proposta politica avanzata da Casini e Fini, sta mostrando all’opinione pubblica italiana e internazionale, che il PdL è una organizzazione che solo formalmente può definirsi partito politico. Cioè una di quelle associazioni di uomini liberi a cui la Costituzione assegna il nobile scopo di concorrere alla formazione della volontà nazionale. Dove sono la memoria storica, i valori, il pluralismo, l’amor di patria, il rispetto delle istituzioni? Insomma la cultura politica di un partito di questa parte dell'Occidente? Di fronte alla repulsione nazionale e internazionale, etica ancor prima che politica, ampiamente giustificata, dell'uomo che ha indicato premier, il PdL, come e peggio di una cosca mafiosa, si mostra disposto, pur di obbedire al delirio di onnipotenza e ai miserabili interessi personali del suo capo, a giocare con il destino dell’Italia.
Sono tutti servi e burattini senza coscienza, senza stile e senza amor proprio dentro le file del PdL? Nessuna voce si leva? Letta, Pisanu, Frattini, i giovani che pure parlano di pensiero liberale? Potrebbero fare un governo nuovo indicando una personalità che chiuda la stagione dei ridicoli uomini della provvidenza e invece sono tutti in fila con le coppole in mano dietro Berlusconi e il suo ascaro padano?
Lo vedremo il 14 dicembre nelle aule parlamentari se qualcuno ha un soprassalto di autonomia. Ma fin da ora possiamo dire che il partito del predellino é un'anomalia, ahimé ciclicamente ricorrente per l'incapacità della destra italiana di darsi una rappresentanza costituzionale, democratica, plurale e di affidarsi al populismo. Il PdL con i connotati che abbiamo sperimentato in questi disastrosi sedici anni, pur sedendo in Parlamento, è per il Parlamento e per la democrazia italiani un corpo estraneo, peggio, un nemico. Prima si conclude la parabola del suo Cesare e si dissolverà la sua creatura e meglio sarà per l'Italia e per il nostro futuro.
domenica 30 maggio 2010
lunedì 24 maggio 2010
domenica 16 maggio 2010
Allarme corruzione: Una nuova tangentopoli?
giovedì 13 maggio 2010
Women in love Keith Beckingham
Stupendo arrangiamento di uno dei temi musicali della colonna sonora di Georges Delerue, del film, Donne in amore, di Ken Russel, tratto con grande maestria dal romanzo omonimo di D.H. Lawrence
martedì 11 maggio 2010
Pause e accelerazioni
Quando tra gli ulivi argentati
iniziasti il racconto
dei tuoi viaggi senza mappe
e mi apristi i recinti di giardini
seducenti di profumi,
nuovi e rischiosi
per i miei piedi prudenti,
mi avventurai tra le magie
dei tuoi sogni senza fine
e tra le malinconie dolci
del tuo improvviso tacerti.
Ricordo quando svelasti
lo splendore del tuo corpo
ai miei occhi stupiti
e alle mie dita tremanti,
prive dell’ardire degli anni verdi
ma esperte delle porte da aprire
ai desideri che premevano urgenti,
eruzioni di lava incandescente
che improvvise affioravano
a bruciare la pelle
e mi spaesavano nelle galassie
dove si genera la vita.
Parlare d’amore
a te sacerdotessa di Eros
m’appariva insensata confessione
di polsi deboli a trattenerti
ed occhi incapaci d’assistere
al mistero delle tue passioni,
Furie devastatrici delle mie notti insonni.
Furono i silenzi,
messaggeri intrepidi della tua solitudine,
a liberarmi dalla stolta illusione
di possedere la tua libertà
e a regalarmi la memoria sorridente
dei passi coraggiosi che ti seguirono.
Eppure...
Eppure
al tremar di una foglia
sfiorata dai primi zefiri
o al risonar di un canto
adolescente al primo amore
si animano gli orizzonti
disegnando la linea curva
di occhi che si consegnano
eternamente smarriti.
Così vicini e così diversi
da quelli che appaiono
nelle tiepide cronache
dei diari stilati
con il cuore altrove.
E così imperiosi
da muovermi la penna
a disegnare filigrane rosse
di parole nuove e misteriose:
formule segrete per luoghi
di baci senza tempo e senza leggi.
Ti ricordi?
Ti ricordi?
La ricerca di parole nostre
e lo stupore di scoprirci uniti
volando mano nella mano
sulle mappe comparse all’improvviso?
Le spiagge, le conchiglie, gli aironi
e i mari disseccati della luna
che ci coglievano chini a disegnare
coppie di passi incrociati
di un tango interminabile e leggero?
Conoscevo di te i lineamenti malinconici
di un volto sottratto a una foto
ingiallita in altri luoghi;
e tu lo stesso di me : poco più di una testa
reclinata a riflettere, inebriata di tabacco.
E la scelta di cancellare il peso dei corpi
e affidarci alla leggerezza dei pensieri
rimasti segreti e ignoti a chi
ogni notte ci giaceva accanto?
E la scoperta di un fuoco
che divampava e bruciava
senza possesso e senza cadute
alimentato dalla vertigine annullatrice
delle nostre anime appena riunite?
È da quella epifania anticipatrice
del nostro futuro di umani imperfetti
che mi aggiro senza più paure
tra i movimenti delle nostre ellissi.
Insonnia
Quando s’allungano le ombre della sera
e compagna ritorna la malinconia
chiedi alla musica di stordirti i sensi
sola e braccata dalle verità implacabili
che la mente ti declama.
Alla luce flebile di profumate candele
ti prepari al sonno: con gesti lenti
lasci cadere i veli e apri la tua stanza
ai pallidi raggi della luna.
T’attendono sogni popolati di giostre
e paladini in armi senza macchia e peccato
per conquistarti il cuore che conservi puro.
Chiedi alle dita di tracciare i segni solitari
che accendono il cielo di fuochi improvvisi
e lentamente ti smemori raccogliendo
le ginocchia unite a sostener la testa.
Libera mente
Senza sfiorarti
ti amo.
E ti respiro senz’alito.
Eppure più calda
di ogni altra pelle
sento la tua,
più dolce e persistente
immagino
il sapore del tuo miele.
E più profondi e luminosi
sono i mari
dove rincorro con te
le strade della luna.
Né prima di te
senza l’umana gravità
ho danzato leggero
tra costellazioni di sorrisi,
fiori cangianti
al lampeggiar degli occhi.
Pensieri ubiqui
più veloci della luce
colmano la distanza
che ci scolpisce
dentro cronache sghembe
e ci regalano
la perfezione di un diapason
che non ha più quiete.
Dolce mi accompagna la fatica
cara alla mente
di scavar parole ed accostarle
per cantare una vita insieme
reale come i sogni dell’alba.
Eros e Anteros
.
Nelle stanze disegnate
dalla fatica sapiente
s’aggira il tuo sguardo
tenero e sorridente
e avvolge i frutti
dell’amore corrisposto.
La mente febbrile
indaga codici e misteri
e scruta alacre i pensieri
delle coscienze inquiete
dei millenni andati.
Come un paramento
l’ordito della tua tessitura
serra il corpo mortificato
memore di sfinimenti
prolungati e languidi
che la ragione infrangono
insopiti.
Si dischiude la carne
inutilmente negletta
e s’abbandona ai fremiti
di pleniluni argentati
angeli riflessi
nel mare calmo e profondo
degli occhi insonni.
Come onda di marea
avanzi e ti ritrai
lasciando indelebile
il suono del respiro corto
che accompagna la sfida
ai desideri implacabili.
E mentre il tempo consuma
i giorni quieti della devozione
scopri sgomenta i gesti
potenti e irrimediabili
che non hai mai compiuto
e la nostalgia dell’assoluto.
lunedì 10 maggio 2010
PD: si torna sempre lì,allo spirito del Lingotto
giovedì 6 maggio 2010
Ermanno Olmi, un bergamasco, un grande italiano
Ermanno Olmi: Quel mondo contadino era un mondo di poveri: è diventato il mondo dei ricchi. Vanno a lavorare in fabbrica o hanno messo su piccole fabbriche. Il contadino che alzava gli occhi al cielo per interrogare il tempo non c'è più. Magari fatica altrove - officine o commerci - e affida la terra a società di servizi. Arare, vendemmiare. Nel Veneto succede. Chi vota Lega è diventato ricco e la prima cosa che fa il ricco che è stato povero, è dividersi dai poveri. Alza barriere per difendere il benessere finalmente raggiunto.
Int. : E dimentica la fraternità che un tempo respirava nella devozione delle chiese. Il Veneto era bianchissimo e pio: cresce negli affari e si affloscia nella morale. Schei e basta. Via dalla scuola, subito guadagnare. Solidarietà e tolleranza sono spazi meno frequentati dai nipoti di chi tagliava legna in montagna o partiva con la valigia dell'emigrante.
Erm.Ol. : Anche lì: quando andavano in chiesa si rendevano conto di dover lottare ogni giorno con la natura imprevedibile. Secche, alluvioni, gelo. Da chi dipende la natura se non da Dio? I poveri si aggrappavano a Dio.
Int. : Forse i ricchi hanno meno bisogno di Dio?
Erm.Ol.: Credono di non averne bisogno anche se lo frequentano nell'ufficialità delle cerimonie. A Messa la domenica. Quasi un rispetto per il folclore. Ma siamo tutti un po' sbandati. La trasformazione degli ultimi cinquant'anni sono state tali da rendere difficile l'adattamento mentre continua la mutazione. È una stagione di transizione e la transizione resta faticosa sia nei percorsi dell'umanità che nell'evoluzione delle persone. Quando il bambino diventa adolescente si sente diverso. Ogni giorno il corpo cambia e cambia lo sguardo nella scoperta delle cose. Per generazioni la povertà delle campagna ha avuto quale unico riferimento solo la terra, e il passare dalla semplicità dei gesti ripetuti ogni anno, ogni stagione, alla rivoluzione della scienza che esplora le profondità segrete della vita, ci angoscerà ancora per molto. Prima o poi arriveremo, anche se la domanda fondamentale non cambia: perché si allarga la distanza tra i ricchi e i poveri?.
Int. : Un partito si è organizzato per sacralizzare questa distanza...
Erm.Ol. : Bossi ha avuto la grande intuizione. La pratica del credere che a me spetta più di te, è talmente consolidata da diventare norma. Che va organizzata e difesa. Nel mondo rurale o zappavi o non mangiavi. Impossibile capitalizzare perfino la ricchezza... Era segnata di anno in anno, e, per difenderla, l'anno dopo dovevi lavorare allo stesso modo: dipendeva dalla capacità manuale e intellettuale dell'indovinare le strategie guardando il cielo. Quando semino? Quando raccolgo? Meglio prima o dopo? Adesso la convinzione fondamentale consiste nel collocarsi nei punti strategici del movimento delle ricchezze per approfittarne senza considerarlo un furto verso chi non ha la stessa possibilità.
Int. : Furti da godere con la felicità di chi consuma il ben di Dio, invece hanno paura. Non riescono a vivere senza un nemico...
Erm.Ol. : È chiaro che se vedo nel prossimo che frequenta le strade il pericolo della disperazione che la miseria può alimentare, la mia disposizione verso gli altri è già una disposizione che porta allo scontro di forza. Quando esco, esco armato.
Int. : Di parole che graffiano o con la pistola in tasca. Nei giorni di Tangentopoli lei era più ottimista. Un cambiamento, ripeteva, senza tirar giù i monumenti. Cambiamento dentro la gente, vittima inconsapevole della grande rapina. In un certo senso compativa gli imbroglioni: “Non erano neppure sfiorati dal sospetto di essere ladri, doppiamente ladri perché hanno arraffato e tradito la nostra fiducia”. Ma sotto le parole tremava un presentimento: che ritornino? Oggi, sono tornati?
Erm. Ol. : Sono tornati e l'abbiamo sotto gli occhi... .
Int. : Partiti riciclati. Di certi protagonisti la P2 era il motore. Sono di nuovo in vetrina...
Erm.Ol. : P2 e corporazioni restano modalità, ma la sottrazione per ingordigia di beni e diritti che dovrebbero essere comuni, è un delitto. A parte il ladro che ruba sistematicamente secondo un progetto di furbizia di cui magari è orgoglioso, l'idea che nell'accaparamento dei beni si sentano autorizzati a prendere più del cittadino qualsiasi, è una ladroneria ispirata al concetto distorto di priorità. Chi è qualcuno può, senza provare disagio. La confusione aiuta. Una volta la divisione, diciamo, tra aree politiche era grezza, persino offensiva, ma in qualche modo chiara. Adesso, all'interno di una stessa area politica si è perso il senso di un orientamento che non ha più ragione d'essere perché superato, ma non è stato sostituito da un altro. Ecco le frammentazione nel tentativo di cercare chiarezza. Divisioni che alla fine perdono il rapporto col presente. Piccoli nuclei, partitini, personalismi: fanno capire che non esiste un progetto comune. Ma fuori la realtà è diversa. Lo scopro ogni giorno lavorando al film documentario che sto girando attorno a Milano.