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martedì 22 marzo 2011

Morire per Bengasi?

Morire per Bengasi si può e si deve. Io non ho interessi nel petrolio, né nel settore del trasporto navale, né in quello edilizio, né nelle banche. Sono un cittadino di cultura mediterranea e vedo che ci sono migliaia di giovani della Cirenaica che si ribellano e vogliono vivere liberi dal giogo del sanguinario capo tribù tripolitano. Se qualcuno si alza in volo e, nel quadro delle direttive ONU, arresta i mercenari del Rais libico non posso che essere felice per le centinaia e centinaia di vite sottratte alla vendetta. Non faccio inquinare i miei pensieri dalla real politik. Non mi interessa il gioco furbo di svelare, guarda caso solo oggi, le ipocrisie degli interessi di chi  chi comanda nella no fly zone.

Se non ci fosse stata l’ONU, come ai tempi di Madrid e della Repubblica spagnola, sarebbe stato sacrosanto, per me, che i cittadini liberi, volontari  di tutto il mondo,  si fossero diretti a Bengasi, oggi come allora a Madrid, a dare una mano e a morire se necessario.

sabato 19 marzo 2011

Furbi, anzi furbissimi

Il 17 marzo è passato. Una giornata importante: uno scatto di orgoglio nazionale. Anche gl ululati e le bordate di fischi a La Russa, a Berlusconi, ad Alemanno, le contestazioni ai leghisti in Galleria a Milano e il brusio di disappunto alle parole di Cota, al regio di Torino, sono stati un buon segno. Ma è sufficiente? Soprattutto per tanti italiani che si oppongono alla deriva culturale e politica di questi anni? Possiamo metterci in posizione di riposo, accontentarci del messaggio alto del Capo dello Stato, del consenso che circonda la sua figura di garante e strenuo difensore della Costituzione? Non credo.
Mi viene da pensare al libretto con la riproduzione della Costituzione che abbiamo regalato giovedì ai gazebo del PD: non sarà il caso di rivedere qualcosa nel processo di formazione della cultura della cittadinanza? L’educazione civica, ad esempio, non sarà forse il caso di darle il rango di materia fondamentale d’insegnamento, tanto più ora che il nostro orizzonte é multietnico e multiculturale? O torneremo a veder prevalere i soliti ammiccamenti, le solite furbizie?

Perché siamo un popolo di furbi, anzi furbissimi come ebbe a dire il francese, Alexander de Marenches, già capo dei servizi segreti d’oltralpe, a proposito dei nostri politici.

A proposito di furbi, prendiamo la Libia, praticamente il giardino di casa. Si ammazzano e si promettono stragi da parte di un capo tribù che i nostri servizi segreti hanno messo al potere, foraggiandolo prima, poi armandolo e poi difendendolo fino a salvargli la vita con la spiata, a danno di un nostro alleato, dell’attacco aereo alla sua residenza. Certo per ragioni di interesse pratico: petrolio, investimenti, e interventi finanziari in favore di banche e imprese nazionali. Ma ora che il tiranno è alle strette, ora che non esiste neanche la parvenza di un pur minimo rispetto del diritto di cittadinanza e la parola è alle armi dei miliziani e dei mercenari privati ritorniamo, appunto, ad essere furbi, anzi furbissimi.

Furba la Lega, che da Gheddafi aveva comprato la tranquillità degli sbarchi dei clandestini; Furba l’IdV con il suo pacifismo elettoralistico; furbi, anzi furbissimi i cosiddetti Responsabili, impegnati a tenere alto il prezzo del salvataggio di Berlusconi che non riesce a dar loro le poltrone promesse: disertano il voto nelle commissioni esteri di camera e senato, riunite per dare il via libera alla No Fly Zone, di fatto l’anticamera della guerra.

Furbo, anzi furbissimo, il poeta della sinistra pugliese: “Bisogna impedire il massacro dei civili in Libia, ma bisogna anche evitare che si replichino copioni tragici”.; “Dobbiamo impedire che Gheddafi completi la sua macelleria civile, ma anche vigilare con cautela perchè l’opzione militare non si trasformi in qualcosa di imprevedibile”. Mi verrebbe da dire che siamo passati dal “ma anche” veltroniano, al “ma anche no” vendoliano.

Obama ha spiazzato tutti gli europei, rifiutando il ruolo di primo intervento costringendoci ad assumersi in prima persona le nostre responsabilità geopolitiche. Francia e Inghilterra hanno risposto immediatamente, L’italia ha tentato fino all’ultimo, con il nostro risibile Ministro degl Esteri, di svincolarsi ma ha dovuto cedere, giustamente incalzata dalle opposizioni che hanno un minimo di decenza politica. I tedeschi, sempre attenti al loro portafoglio in ripresa, si sono astenuti. E visto che di portafoglio si tratta, l’ineffabile Calderoli ha tenuto a dire che “noi della Lega siamo sulle posizioni della Germania”; ma magari, chissà, stante l’amicizia con Gheddafi, c’è qualcos’altro di meno confessabile.

C’è poi il nucleare che ha radunato furbetti, furbettini e furbissimi. Con alcune esposizioni comiche iniziali, quando si chiedeva di non lanciarsi in strumentali (sic) polemiche nazionali invocando il rispetto dei morti dello tsunami: ora siamo alla farsa di ministri che dicono off records che è meglio ripensare l’opzione nucleare ( “ma che siamo pazzi, vogliamo perdere i voti?” i voti mica le vite umane…); alla precipitosa ritirata dei presidenti regionali di destra, allo schiamazzo dei sacerdoti fondamentalisti dell'ambiente che però tacciono su politica estera e venti di guerra.

Più sta e più mi convinco che abbiamo bisogno del PD del Lingotto, quello del 2007, autonomo e a vocazione maggioritaria, e non di ammucchiate: abbiamo bisogno di dire al popolo italiano che si è messo faticosamente in marcia che si vuole fare sul serio per ricostruire dignità nazionale e futuro.

lunedì 14 marzo 2011

Noi

Quanto è facile amare con la pelle



e accontentarsi della carezza


dei raggi caldi del sole


ad ogni giro di cielo.


Quanto dolore e quanto sangue


nell’amore che nasce nell’animo


e chiede l’assoluto palpito dell’altro.


Eppure si riconoscono e si vedono,


si annusano e si fondono


i due amanti imprigionati dagli occhi.


Ma nulla possono.


Quando giungono così vicini,


da smemorarsi senz’altra identità


che un semplice e sussurrato Noi,


s’ergono le solitudini cinte di cicatrici


e armano le mani d’appuntiti pugnali.

mercoledì 2 marzo 2011

Le garguglie di Berlusconi


Ferrara, Sgarbi, Sallusti, Belpietro, Feltri, Butti
sono le garguglie a guardia del palazzo berlusconiano...