La crisi politica del berlusconismo sta mettendo a dura prova la stabilità del paese e delle sue istituzioni democratiche. Ieri sono andato a Piazza San Giovanni a Roma a testimoniare la mia presenza: non solo perché iscritto, non solo perché elettore di quel partito,il PD, che ha convocato l'adunata, ma perché cittadino, ben sapendo che l'impegno non si esaurirà con la manifestazione ma che è necessario si dimostri continuativo e vigile. Un impegno schierato a difesa della Costituzione e mi auguro che riguardi tutti coloro che non sono accecati o faziosi.
Lo svolgimento delle crisi, con i ripetuti e arroganti rifiuti ad ogni mediazione e proposta politica avanzata da Casini e Fini, sta mostrando all’opinione pubblica italiana e internazionale, che il PdL è una organizzazione che solo formalmente può definirsi partito politico. Cioè una di quelle associazioni di uomini liberi a cui la Costituzione assegna il nobile scopo di concorrere alla formazione della volontà nazionale. Dove sono la memoria storica, i valori, il pluralismo, l’amor di patria, il rispetto delle istituzioni? Insomma la cultura politica di un partito di questa parte dell'Occidente? Di fronte alla repulsione nazionale e internazionale, etica ancor prima che politica, ampiamente giustificata, dell'uomo che ha indicato premier, il PdL, come e peggio di una cosca mafiosa, si mostra disposto, pur di obbedire al delirio di onnipotenza e ai miserabili interessi personali del suo capo, a giocare con il destino dell’Italia.
Sono tutti servi e burattini senza coscienza, senza stile e senza amor proprio dentro le file del PdL? Nessuna voce si leva? Letta, Pisanu, Frattini, i giovani che pure parlano di pensiero liberale? Potrebbero fare un governo nuovo indicando una personalità che chiuda la stagione dei ridicoli uomini della provvidenza e invece sono tutti in fila con le coppole in mano dietro Berlusconi e il suo ascaro padano?
Lo vedremo il 14 dicembre nelle aule parlamentari se qualcuno ha un soprassalto di autonomia. Ma fin da ora possiamo dire che il partito del predellino é un'anomalia, ahimé ciclicamente ricorrente per l'incapacità della destra italiana di darsi una rappresentanza costituzionale, democratica, plurale e di affidarsi al populismo. Il PdL con i connotati che abbiamo sperimentato in questi disastrosi sedici anni, pur sedendo in Parlamento, è per il Parlamento e per la democrazia italiani un corpo estraneo, peggio, un nemico. Prima si conclude la parabola del suo Cesare e si dissolverà la sua creatura e meglio sarà per l'Italia e per il nostro futuro.
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