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martedì 25 giugno 2013

Lasciate che i morti seppelliscano i loro morti


Il cavaliere Silvio Berlusconi è stato condannato a sette anni e all’interdizione perpetua dei pubblici uffici dal Tribunale di Milano. A Roma si balla sulle terrazze e si fanno trenini che non portano in nessun luogo, a Milano per ben due volte, nella sofferta storia d’Italia,  i cavalieri della destra subiscono condanne definitive. Nel 1945 c’era stata una guerra mondiale sanguinosa  voluta da una dittatura. Nel 2013 la guerra è economico finanziaria, Arricchisce chi ha di più impoverisce i già poveri e l’intero ceto medio. Chi ci ha governato ha responsabilità inappellabili. Hanno esagerato i giudici di Mulano?. È probabile che lo abbiano fatto. Ma Silvio Berlusconi è unfeat to lead per mille e uno motivi, non ultimo la natura partitica e non trasparente del suo enorme potere imprenditoriale, economico, finanziario, mediatico. La sentenza non travolge solo lui. Travolge tutte le vecchie oligarchie, tutte le caste, comprese quelle di opposizione. Lui è l’ultimo fantino rimasto a cavallo. Ha tenuto l’incollatura per l’inettitudine dell’avversario, ma ha sfiancato il proprio cavallo - sei milioni e oltre di voti persi - drogandolo con promesse demagogiche irrealizzabili. La caparbietà dell’inetto oppositore durante le quirinalizie  ha concesso al morto politico Berlusconi una veglia funebre prolungata  il cui seppellimento non può essere esorcizzato da nessun miracolo, che pure in queste ore viene evocato dai critici sofisti della cosiddetta magistratura combattente. Il Paese lo aveva già seppellito. Pierluigi Bersani e molti degli eredi del PCI che hanno condotto il PD nella più insensata e  presuntuosa campagna elettorale lo hanno ricollocato sul catafalco delle larghe intese.

Ora siamo di nuovo lì. Il governo Letta sarà ancora più paralizzato dall’ira dello zombie politico. Il rinvio è la parola d’ordine mentre la sponsorizzazione del cavaliere è una bomba innescata per far deflagrare il conflitto istituzionale. Chi sta tra la gente vede come i cittadini faticosamente stiano tentando, nonostante questi partiti,  di riprendere il filo per nuove imprese, nuovo lavoro, nuove prospettive guardando ai fuochi di artificio che vengono dai palazzi, come ai sussulti mortali dell’occhio di Gondor. Lasciate che i morti seppelliscano i loro morti, diventa imperativo per tutti quelli che dipendono dal proprio lavoro quotidiano, dalla propria  intelligenza creativa.  

Non c’è un attimo da perdere. Il Sindaco di Firenze, Matteo Renzi è veramente una risorsa, l’ultima per la democrazia costituzionale, così come l’abbiamo immaginata.  Anche per le sue decisioni non c’è più il tempo dei rinvii. Si deve andare al voto. Il Paese ha bisogno di un leader a cui dare la forza e il tempo materiale necessario per ricostruire un ciclo virtuoso di profili culturali, formativi, economici, finanziari per riportare l’Italia all’altezza delle sfide future e fuori dal pantano fangoso a cui lo sta condannando l’incapacità di decisione di una burocrazia tanto inetta quanto rapace.  Sfidi, Matteo Renzi, pubblicamente il M5S a presentare congiuntamente una riforma della legge elettorale.  Beppe Grillo continuerà a scommettere sul collasso italiano e dirà di no?  Sarà processato anche lui, politicamente in questo caso, come già sta avvenendo. Il PD faccia un congresso aperto e inclusivo e ci porti al voto, con qualunque legge, anche con questa porcata, ma lo faccia con la guida a vocazione maggioritaria dello spirito fondativo. 

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