Tempi moderni
Le fiche migliori
sono a forma di busta
regolamentare.
Hanno i lembi che si sovrappongono
e se vuoi li puoi anche incollare.
Gli ufficiali postali
che amano il lavoro
timbrano molte buste
e molte fiche.
Amori coniugali
Ogni notte
apriva le cosce
con la puntualità
di un passaggio a livello.
La attraversavano
solo treni veloci.
Non lasciavano traccia
né sventolio di fazzoletti.
Mode
Ti sei depilata
per sembrare innocente.
Se devo chiavarti
preferisco il tuo culo.
E’ più stretto e meno indecente.
E non somiglia
a tua figlia.
Nuovi consumi
Ti sei scoperta
fino all’ombelico
e vai per strada
come in un bordello.
Ma non sai trattare il cazzo
con la professionalità
che merita l’impresa.
Sei priva dei fondamentali.
Potresti affittarti un allenatore.
A ore.
Ma dovrà essere il migliore
e anche poeta
per regalarti l’immaginazione.
Pare che non se ne trovi alcuno.
Lavorano strapagati per la Pubblicità.
Che ti vende l’intimo.
La vicinanza
Mi piace la fica bagnata.
Pelosa
bene ossigenata
dai bordi lunghi
e il pube grasso che tracima
tra le cosce rotonde.
Non sopporto pensieri
Perche il cazzo non li vuole
per restare duro come ieri
e continuare anche domani.
Ti voglio esperta.
e sudata.
Senza diete e creme antirughe.
Mi piace girare con la barba lunga
intrisa dei tuoi umori
e strofinarla
sulle labbra della tua amica
perché si ecciti
sentendone il profumo.
Ti voglio la notte
la mattina no.
Ti voglio vicina
ma non di casa
Tu sei più forte
e puoi vivere sola.
Possiamo giocare
i giochi che vuoi
lasciando agli altri di cercarsi un dottore
esperto di parole.
Equivoci
Ti parlo
e ti seducono i suoni
dei miei pensieri d’amore.
Ascolti
reclinando silenziosa la testa
sul mio ventre.
E continuo
a parlare
senza prendere fiato
per non chiederti infine
“E tu?”
Nei tuoi occhi silenziosi
la risposta non è quella
della tua morbida bocca.
Terzo millennio
Corpi perfetti
ambrati da soli artificiali
e scolpiti da molecole aromatiche
si cingono di processori.
Ornati di paura e menzogna
traghettano nell’alba del nuovo evo
le inutili domande
del pensiero unico
del Grande Fratello.
Dorme la ragione sazia di prozac
partorendo moltitudini di incubi
nutriti di cibo veloce.
Consumatori profilati
chimicopatici e psicoapatici
invocano l’amore assoluto
nei cristalli di rocca.
Bulimia
.
Fissi l’orizzonte
con occhi bovini
senza luce.
Fin dove arriva il tuo sguardo?
Quante persone
quanti animali
vegetali
minerali
ci sono dentro il tuo cerchio?
Da quanto tempo?
Dove e come hai lasciato il tuo segno?
Che ne hai fatto dei tuoi talenti?
Vomiti
blob di melassa
emotiva
riflettendoti narciso
in altre identiche bocche
debordanti
la stessa disgustosa melma.
Il tuo incontenibile metabolismo
produce impulsivo
rifiuti irriciclabili.
E li chiami
emozioni.
I segni
Appari istantanea
e di perfezione rara.
La postura e il sole
fusi tra loro
a disegnare quattro lettere.
L’H della morbida figura
racchiude una tenera X di braccia incrociate
tra una W di luce
appena mitigata
dall’ombra di un’ansa misteriosa
e una sfacciata Ώ
prorompente tensione.
Tenterebbe la mente
decifrarne il senso
se lo sguardo non fosse
catturato e perduto
dagli invasi.
Irrimediabilmente.
La ballata di Carla
Carla è piccolina
Carla è una bambina.
Carla ama le stelle e il vino
Carla odora di pelle
Carla possiede un cuore ribelle
Carla è birichina
Carla fa la faccina.
Carla è figlia e amica
Carla lavora per amore.
Carla disperde i talenti per ascoltare il cuore.
Carla seni morbidi e mente spigolosa.
Carla generosa, Carla spiritosa
Carla ama il mare
Carla si fa guardare.
Carla si fa cantare
Carla calda, Carla abbronzata
Carla all’alba sa di cioccolata.
Carla vuole il piacere
Carla vuole godere
Carla ha paura di ricadere.
Carla che cura i capelli
Carla e i dettagli sempre più belli.
Carla che il corpo ama curare
Carla che il corpo vuole appagare
Carla che gioca a farsi accompagnare.
Carla che sogna di sentirsi bagnata
Carla che attende la perfetta scopata.
Carla che dopo vuole essere adorata.
Carla che incontra il principe Azzurro
Carla che lo sbeffeggia con un sussurro
Carla ha voglia d’amore
Carla non smette di ricordare il dolore
Carla è sola e non riesce a volare
Carla é da bere, Carla é da mangiare
Carla si sente sempre tradita
Carla stranita, Carla inviperita
Carla all’improvviso smarrita
Carla che legge parole d’amore
Carla ora riprende a cantare.
Carla sente salire il grido
Carla dischiude felice il suo nido.
Carla si lascia accarezzare il dorso
Carla all’amante regala il suo morso.
Sulla strada
Ho amato una zingara
che stendeva la mano
agli incroci.
Leggeva i pianeti e pronunciava enigmi.
Si adagiò
e conobbi la monotonia del piacere
di movimenti meccanici
deserti d’anima.
Mi mostrò
sotto la gola
bilancieri dentati
perpetuamente oscillanti
senza ragione.
Quando le dita si chiusero sull’obolo
lo sguardo inseguì altri orizzonti
e la mano si aprì
nuovamente vuota
ai viandanti.
Perlasco
Il vento gelido attraversa
la chioma delle querce
e accumula detriti
sulla porta delle case.
Scomparse
le mani capaci dello stradino
veli di plastica
segnano i bordi delle strade.
Rappezzate
senza cunette.
Corpi tatuati
trafitti di metallo
inneggiano ai gladiatori catodici.
Sognano di apparire.
Ottusi
affilano lame
nelle notti chimiche
senza passioni.
sabato 21 giugno 2008
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