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sabato 21 giugno 2008

Burlesque

Tempi moderni



Le fiche migliori

sono a forma di busta

regolamentare.

Hanno i lembi che si sovrappongono

e se vuoi li puoi anche incollare.

Gli ufficiali postali

che amano il lavoro

timbrano molte buste

e molte fiche.








Amori coniugali



Ogni notte

apriva le cosce

con la puntualità

di un passaggio a livello.

La attraversavano

solo treni veloci.

Non lasciavano traccia

né sventolio di fazzoletti.







Mode


Ti sei depilata

per sembrare innocente.

Se devo chiavarti

preferisco il tuo culo.

E’ più stretto e meno indecente.

E non somiglia

a tua figlia.








Nuovi consumi


Ti sei scoperta

fino all’ombelico

e vai per strada

come in un bordello.

Ma non sai trattare il cazzo

con la professionalità

che merita l’impresa.

Sei priva dei fondamentali.

Potresti affittarti un allenatore.

A ore.

Ma dovrà essere il migliore

e anche poeta

per regalarti l’immaginazione.

Pare che non se ne trovi alcuno.

Lavorano strapagati per la Pubblicità.

Che ti vende l’intimo.






La vicinanza



Mi piace la fica bagnata.

Pelosa

bene ossigenata

dai bordi lunghi

e il pube grasso che tracima

tra le cosce rotonde.

Non sopporto pensieri

Perche il cazzo non li vuole

per restare duro come ieri

e continuare anche domani.

Ti voglio esperta.

e sudata.

Senza diete e creme antirughe.

Mi piace girare con la barba lunga

intrisa dei tuoi umori

e strofinarla

sulle labbra della tua amica

perché si ecciti

sentendone il profumo.

Ti voglio la notte

la mattina no.

Ti voglio vicina

ma non di casa

Tu sei più forte

e puoi vivere sola.

Possiamo giocare

i giochi che vuoi

lasciando agli altri di cercarsi un dottore

esperto di parole.






Equivoci



Ti parlo

e ti seducono i suoni

dei miei pensieri d’amore.

Ascolti

reclinando silenziosa la testa

sul mio ventre.

E continuo

a parlare


senza prendere fiato

per non chiederti infine

“E tu?”

Nei tuoi occhi silenziosi

la risposta non è quella

della tua morbida bocca.






Terzo millennio



Corpi perfetti

ambrati da soli artificiali

e scolpiti da molecole aromatiche

si cingono di processori.

Ornati di paura e menzogna

traghettano nell’alba del nuovo evo

le inutili domande

del pensiero unico


del Grande Fratello.

Dorme la ragione sazia di prozac

partorendo moltitudini di incubi

nutriti di cibo veloce.

Consumatori profilati

chimicopatici e psicoapatici

invocano l’amore assoluto


nei cristalli di rocca.






Bulimia
.


Fissi l’orizzonte

con occhi bovini


senza luce.

Fin dove arriva il tuo sguardo?

Quante persone

quanti animali

vegetali

minerali

ci sono dentro il tuo cerchio?

Da quanto tempo?

Dove e come hai lasciato il tuo segno?

Che ne hai fatto dei tuoi talenti?

Vomiti

blob di melassa

emotiva

riflettendoti narciso

in altre identiche bocche

debordanti

la stessa disgustosa melma.

Il tuo incontenibile metabolismo

produce impulsivo


rifiuti irriciclabili.

E li chiami

emozioni.






I segni



Appari istantanea

e di perfezione rara.

La postura e il sole

fusi tra loro

a disegnare quattro lettere.

L’H della morbida figura

racchiude una tenera X di braccia incrociate

tra una W di luce

appena mitigata

dall’ombra di un’ansa misteriosa

e una sfacciata Ώ

prorompente tensione.

Tenterebbe la mente

decifrarne il senso

se lo sguardo non fosse

catturato e perduto

dagli invasi.

Irrimediabilmente.







La ballata di Carla



Carla è piccolina
Carla è una bambina.
Carla ama le stelle e il vino
Carla odora di pelle
Carla possiede un cuore ribelle

Carla è birichina
Carla fa la faccina.
Carla è figlia e amica
Carla lavora per amore.
Carla disperde i talenti per ascoltare il cuore.

Carla seni morbidi e mente spigolosa.
Carla generosa, Carla spiritosa
Carla ama il mare
Carla si fa guardare.
Carla si fa cantare


Carla calda, Carla abbronzata
Carla all’alba sa di cioccolata.
Carla vuole il piacere
Carla vuole godere
Carla ha paura di ricadere.

Carla che cura i capelli
Carla e i dettagli sempre più belli.
Carla che il corpo ama curare
Carla che il corpo vuole appagare
Carla che gioca a farsi accompagnare.

Carla che sogna di sentirsi bagnata
Carla che attende la perfetta scopata.
Carla che dopo vuole essere adorata.
Carla che incontra il principe Azzurro
Carla che lo sbeffeggia con un sussurro

Carla ha voglia d’amore
Carla non smette di ricordare il dolore
Carla è sola e non riesce a volare
Carla é da bere, Carla é da mangiare
Carla si sente sempre tradita
Carla stranita, Carla inviperita

Carla all’improvviso smarrita
Carla che legge parole d’amore
Carla ora riprende a cantare.
Carla sente salire il grido
Carla dischiude felice il suo nido.
Carla si lascia accarezzare il dorso
Carla all’amante regala il suo morso.






Sulla strada



Ho amato una zingara

che stendeva la mano

agli incroci.

Leggeva i pianeti e pronunciava enigmi.

Si adagiò

e conobbi la monotonia del piacere

di movimenti meccanici

deserti d’anima.

Mi mostrò

sotto la gola

bilancieri dentati

perpetuamente oscillanti

senza ragione.

Quando le dita si chiusero sull’obolo

lo sguardo inseguì altri orizzonti

e la mano si aprì

nuovamente vuota

ai viandanti.







Perlasco



Il vento gelido attraversa

la chioma delle querce

e accumula detriti

sulla porta delle case.

Scomparse

le mani capaci dello stradino

veli di plastica

segnano i bordi delle strade.

Rappezzate

senza cunette.

Corpi tatuati


trafitti di metallo

inneggiano ai gladiatori catodici.

Sognano di apparire.

Ottusi


affilano lame

nelle notti chimiche

senza passioni.



























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