Ci sono giorni, parafrasando Hegel, in cui lo spirito pubblico si materializza, si manifesta e ragiona collettivamente. Sono così i giorni che stiamo vivendo da quando la Procura di Milano, adempiendo ai dettami della legge, ha mostrato il Re nudo di fronte a uno dei reati più ignobili verso la dignità delle persone. Questi giorni, che non si sono ancora conclusi con la formalizzazione della condanna, valgono, per la coscienza nazionale di un popolo, più di mille seminari, di cento saggi pensosi, di decine di talk show di approfondimento. La sensibilità popolare si desta e valuta, con una lucidità fino ad allora impensabile, la distanza che separa il potere dai propri sogni, dai propri diritti, dalla propria vita.
Scopre ad esempio, grazie allo spiegamento inaudito dell’immenso potere mediatico convocato a difesa dall’uomo che delinque contro il suo popolo, che la misura dell’analfabetismo di ritorno, rimasto finora limitato alle statistiche specialistiche, è sommamente diffuso tra lo stato maggiore raccolto nel governo e tra i suoi ferventi servitori e scopre quanto siano distanti dalla propria normalità
.
Scopre, nella ottusa disciplina a difesa del Capo, che il pubblico erario finanzia un partito che non ha procedure democratiche e dove il dissenso non ha vita neanche come probabilità statistica.
Scopre che la docilità nel prostituirsi e nel concedere favori sessuali è un criterio di selezione per posti di rappresentanza politica.
Scopre che i ministri, che dovrebbero curare la res pubblica nell’interesse di tutti si piegano a docili a squallidi servigi in soccorso del loro protettore.
Scopre donne dagli occhi limpidi e bellissimi, che pronunciano parole corrette: laiche, cattoliche, di destra, di sinistra, italiche e immigrate che si alzano in piedi e ci restituiscono orgoglio nel mondo.
Scopre una donna che dirige il più grande sindacato elencare i vorrei del suo genere e di tutti e scopre una suora, ornata della semplice aura della sua umana dolcezza e della fede cattolica, rivendicare, senza richiami al dogma, il valore e i diritti della persona e della donna. Scopre, cioè, che le ispirazioni ideali profonde del racconto italiano, sono le uniche che producono gesti di dignità e meritevoli di rispetto nella comunità nazionale e fuori di essa.
Scopre che democrazia non è delega, che democrazia è partecipazione, lotta, richiesta di parola e che sulla riva opposta del Mediterraneo, altri popoli pagano un prezzo alto di sangue per conquistarle.
Scopre che la Carta Costituzionale non è una polverosa raccolta di articoli inerti ma l’arma più potente che il sacrificio di tanti giovani ha messo a disposizione di un popolo.
Scopre che il Presidente della Repubblica non è un garante disarmato, icona simbolica e scolorita dell’unità del Paese ma un punto di riferimento sicuro contro l'avventurismo e l'illegalismo.
Scopre che si possono avere opinioni politiche radicalmente diverse ma sul bene comune dell’unità della Patria e delle sue leggi si deve essere uniti.
Abbiamo ancora tante insidie da superare prima che questo inverno finisca, ma la primavera che si avvicina non sarà la stessa degli anni passati: le lezioni che tutti stiamo apprendendo in questi giorni ci indicano che è possibile una nuova Liberazione.
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